Nascere: venire alla luce, in acqua...

 

Tra le modalità di parto proposte alle future mamme con una gravidanza fisiologica, da qualche anno ha preso molto piede il parto in acqua.

L’acqua è un elemento fondamentale, soprattutto in un periodo speciale come quello della gestazione e molto ricercato dalle donne durante il travaglio.

È strettamente connessa alla fisiologia umana; pensiamo infatti che il nostro piccolo è completamente immerso in utero, pensiamo al sollievo regalato nelle ultime settimane tra gonfiori ed edemi.

Un corpo in acqua è protetto, intimo, fluido e offre la possibilità di muoversi, percepire, rallentare e abbandonarsi in modo più facile.

 Si tratta in generale di una nascita più dolce, che permette alle donne di mettere in campo le proprie risorse endogene per la gestione del dolore e dello stress. L’acqua calda aiuta la produzione di endorfine, il rilassamento dei muscoli e stimola il nostro corpo a produrre particolari ormoni analgesici che si contrappongono alle contrazioni. Inoltre, favorisce la dilatazione del collo dell’utero, il rilassamento perineale che andrà incontro a minori lacerazioni ed, in alcuni casi, accelera il travaglio di parto. Psicologicamente, placa tantissimo, agendo in maniera rasserenante e permettendo così di concentrarsi maggiormente su se stesse.

 

È beneficio anche per il piccolo: gli ricorderà il liquido amniotico e l’ambiente intrauterino nel quale abitava.  Quando il neonato viene a contatto per la prima volta con l’ossigeno il suo corpo perde velocemente calore e conseguentemente energia: in acqua conservare calore significa conservare energia. Non è da sottovalutare il ruolo del padre, che da sempre, come in un parto vaginale normale, deve essere attivo: anche lui può entrare in acqua e sostenere la propria compagna.

 

Il momento ideale per entrare nella vasca, coincide con l'inizio della fase attiva del travaglio, quindi in presenza di contrazioni regolari, frequenti, dolorose e con una dilatazione di almeno 3-5 cm. Le posizioni in vasca sono libere e devono essere assecondate secondo le esigenze materne e fetali. Il battito cardiaco fetale verrà monitorizzato ad intermittenza: ricordiamoci infatti che solo le donne con una gravidanza fisiologica ed in assenza di fattori di rischio, possono partorire in acqua. Il momento della nascita avverrà in maniera graduale, mantenendo in immersione qualche secondo il piccolo una volta nato dalla pancia della mamma.

 

Seguire il proprio istinto e muoversi in risposta ad esso è il modo migliore che si ha per rendere il parto positivo, anche in acqua. La scelta è sempre la stessa, quella della coppia, che decide cosa per se stessa è meglio.