Il parto è il vostro più grande successo, non la vostra più grande sconfitta e paura
Le lacerazioni da parto sono uno degli argomenti più temuti dalle future mamme che partoriranno per via vaginale. Sfatiamo insieme i falsi miti e capiamo meglio nello specifico cosa sono, ma soprattutto, come si trattano. Le lacerazioni spontanee sono delle lesioni che possono verificarsi nell’area perineale al momento dell’espulsione fetale durante il parto: il passaggio del piccolo potrebbe lacerare i tessuti circostanti il canale vaginale, sino alla zona anale.
Nonostante siano molte le credenze ed i racconti riferiti traumatici sul dolore provato, la difficoltà a muoversi o la gestione dei punti, è importante tranquillizzare le neomamme: non tutte le donne durante le fatidiche spinte andranno incontro a lacerazioni. Le lacerazioni vengono distinte in gradi a seconda dei tessuti e della muscolatura coinvolti. Ecco perché sentirete parlare di primo, secondo, terzo o quarto grado. Ad eccezione di queste, nelle lesioni da parto, rientra anche l’episiotomia: non si tratta di una lacerazione spontanea, bensì volontaria, ovvero un taglio effettuato dall’ostetrica o dal ginecologo quando risulta necessario favorire lo spazio d’uscita al feto. A livello clinico, un’episiotomia è riconducibile ad una lacerazione di secondo grado e viene quindi trattata allo stesso modo.
È importante fare prevenzione durante la gravidanza al fine di ridurre il rischio di lesioni intrapartum. Come fare? Uno studio pubblicato nel 2013, ha dimostrato che il massaggio perineale durante l’ultimo mese di gravidanza è risultato efficace nell’aumentare l’elasticità del perineo durante il passaggio del feto. Il massaggio perineale esterno può essere effettuato con oli naturali come l’olio di mandorla e ripetuto dalla 34° settimana di gravidanza fino al termine, almeno una volta al giorno. Accanto all’azione esterna, è importante eseguire esercizi di rafforzamento della muscolatura perineale interna: contrazioni e rilassamento dei muscoli pelvici, come se si volesse trattenere la minzione. Durante il travaglio ed il parto, il libero movimento e la possibilità di scegliere la posizione da assumere è essenziale: assecondare il proprio corpo e ritrovare la posizione prediletta, aiuta l’adattamento tissutale materno e neonatale.
Come curare le lacerazioni da parto? Sin dai primi momenti dopo la nascita l'igiene è fondamentale: lavare spesso la zona coinvolta sotto il getto di acqua, preferibilmente fredda, e successivamente, mantenerla ben asciutta. L’acqua fredda andrà a lenire il bruciore che si potrebbe provare con il passaggio di urina; inoltre il lavaggio con il detergente è consigliato nei primi giorni post-partum solo una volta al giorno, utilizzando un sapone con pH adeguato. Esistono alcuni rimedi naturali come le lavande di calendula, olio di mandorla, iperico che aiutano la cicatrizzazione precoce della ferita. I fili di sutura non andranno eliminati in quanto si riassorbono autonomamente in circa 7-15 giorni dopo il parto: ecco perché in questo periodo la mamma potrebbe avvertire prurito o sensazione di tirare nell’area vaginale. La ricostituzione dei tessuti comporta un fisiologico stiramento della zona coinvolta, non che il ripristino e la ricostituzione della vulva.
Un momento particolare è quello della minzione e della defecazione. Per combattere l’eventuale bruciore provocato dal passaggio di urina sull’area lesionata, si propone di urinare nel bidet sotto il getto dell’acqua fredda. Allo stesso modo, il timore di eseguire degli sforzi durante l’evacuazione e sentire dolore o la rottura della sutura, fa si che le neomamme possano utilizzare i classici rimedi come perette o supposte di glicerina e calendula, al fine di ammorbidire le feci. Ovviamente, l’idratazione con almeno 2,5 l di acqua e l’alimentazione aiutano l’intestino: frutta, verdura, fibre, tisane.
Il parto deve essere il vostro più grande successo, non la vostra più grande paura: fare prevenzione in gravidanza è fondamentale, prendersi cura di sé nel post-partum, ancora di più!